Introduzione
L’importanza che il cibo riveste sul funzionamento del nostro organismo è di interessante attualità soprattutto in riferimento all’immunologia, alle pseudoallergie e al sovrappeso.
Gli alimenti introdotti nell’organismo possono produrre tre tipi di reazione:
- allergia propriamente;
- intolleranza alimentare;
- allergia e intolleranza alimentare contemporaneamente.
E’ necessario quindi fare una netta distinzione tra allergie ed intolleranze alimentari.
Le reazioni allergiche propriamente dette danno luogo ad una sintomatologia immediata, che compare nel giro di pochi minuti dal momento in cui l’organismo entra in contatto con la sostanza immunogena.
L‘intolleranza alimentare, nella maggior parte dei casi, è un fenomeno cronico, deriva dalla reazione avversa a un alimento o a un suo componente e di solito insorge dopo ore o addirittura giorni dall’introduzione dell’alimento stesso.
In questo articolo ti parlerò delle intolleranze alimentari.
Intolleranze alimentari
Con il termine di intolleranza alimentare si definisce una reazione avversa ad un alimento, le cui cause non sono del tutto note.
A volte per la sovrapposizione dei sintomi vengono confuse con le allergie alimentari, ma non sono provocate dal sistema immunitario.
La comunità scientifica riconosce come intolleranze propriamente dette l’intolleranza al lattosio, l’intolleranza al glutine e l’intolleranza al nichel, mentre le altre intolleranze devono essere considerate come un vero e proprio fenomeno di accumulo, di sovraccarico legato soprattutto ad un eccessivo e monotono consumo di un alimento al quale l’organismo risulta sensibile.
Differenza tra allergia e intolleranza alimentare
Nell’allergia alimentare i sintomi si manifestano subito dopo l’ingestione di quantità anche minime dell’alimento a cui si è allergici mentre, nelle intolleranze alimentari i sintomi compaiono da 2 a 72 ore dopo l’ingestione di un’eccessiva e frequente quantità dell’alimento a cui si è sensibili.
Quali sono le cause delle intolleranze alimentari
Fra le molteplici cause scatenanti e predisponenti alle intolleranze alimentari, le più frequenti sono una predisposizione genetica, l’allattamento non self, disturbi digestivi, le gastroenteriti infantili, le parassitosi intestinali, le infezioni virali ripetute, terapie antibiotiche e cortisoniche prolungate, amalgami dentali e gravi stress emotivi.
Quali sono i sintomi delle intolleranze alimentari
I sintomi principali delle intolleranze alimentari sono vari e colpiscono diverse parti del corpo.
In un soggetto l’intolleranza si può manifestare con stanchezza cronica, sovrappeso, nausea, alitosi o afte alla bocca, bruciore di stomaco, gonfiore addominale, meteorismo, stipsi o diarrea e reazioni cutanee (eczema, prurito, macchie rosse, pomfi o bolle).
Quali sono gli alimenti maggiormente coinvolti nelle intolleranze alimentari:
- latte e derivati (caseina, alfalattoglobulina, betalattoglobulina);
- lievito chimico;
- cereali (farina di grano, orzo, avena, mais);
- carne di suino, pollo, tacchino e vitello;
- uova (tuorlo e albume);
- crostacei e molluschi, sogliola e merluzzo;
- ortaggi (pomodori, melanzana, peperoni, cipolle, prezzemolo, sedano);
- legumi (piselli, fagioli, ceci)
- frutta (agrumi, banane, mele, fragole, pesche);
- semi oleosi (mandorle, noci, nocciole, arachidi).
Si guarisce dalle intolleranze alimentari?
Si sa che le intolleranze alimentari sono variabili nel tempo, possono peggiorare o migliorare fino alla scomparsa, ma spesso, ci si chiede se è possibile guarire dalle intolleranze alimentari.
È possibile se si individua con precisione l’alimento responsabile dell’intolleranza stessa. In questo caso eliminando dall’alimentazione quotidiana l’alimento imputato con l’obiettivo di reintrodurlo gradualmente e se l’organismo è completamente disintossicato non riconoscerà più l’alimento come dannoso e l’ accetterà nuovamente senza problemi.
Anche i bambini possono soffrire di intolleranze alimentari, soprattutto durante lo svezzamento.
Quando si sospetta un’intolleranza alimentare, in un adulto o in un bambino, è importante rivolgersi al medico, il quale dopo avere raccolto le informazioni fornite dal paziente e dopo un’accurata visita medica sarà in grado di consigliare al paziente la necessità o meno di sottoporsi a dei test per accertare o escludere la presenza di un’intolleranza.
Qual è il test migliore per le intolleranze alimentari?
La diagnosi d’intolleranza alimentare è una diagnosi per esclusione: occorre eliminare dalla dieta l’alimento sospetto per qualche settimana e poi reintrodurlo con prudenza.
Se durante il periodo in cui non si assume l’alimento i sintomi scompaiono per poi ricomparire dopo la reintroduzione dell’alimento stesso, si tratterà di una reazione avversa al cibo.
A questo punto è importante ricorrere a degli appositi test affinché il medico possa porre diagnosi d’ intolleranza alimentare.
Per risolvere il problema delle intolleranze è necessario un intervento mirato sull’alimentazione, rivolto a comprendere quale alimento possa essere responsabile del malessere.
Pertanto possiamo affermare che con una alimentazione corretta riusciamo a modulare la sintomatologia legata alle intolleranze.
Diagnosi delle intolleranze alimentari
Da decenni in tutti i laboratori di analisi il test più utilizzato per la diagnosi di intolleranza alimentare è la ricerca delle immunoglobuline G4 utilizzando la metodica ELISA,
Queste immunoglobuline vengono prodotte dall’organismo nel caso di una sensibilità a un alimento:
- risultare negativi ad un alimento significa che il nostro organismo non è sensibile a quel determinato alimento e dunque il suo consumo non comporta alcun problema di intolleranza;
- risultare positivi, invece, è indice di sensibilità, pertanto è necessario modificare l’assunzione dell’alimento stesso.
Nella maggior parte dei casi la rotazione con altri alimenti riesce a risolvere il problema in tempi relativamente brevi.
Se ti sei sottoposta ad un test per le intolleranze non modificare arbitrariamente la tua alimentazione , questa deve essere concordata con il medico, poiché eliminare alcuni alimenti dalla dieta può avere effetti dannosi.
Ecco perché sempre più medici sono orientati verso una dieta di rotazione, meno drastica e più gradita al paziente.
Ricorda che la comunità scientifica riconosce come intolleranze propriamente dette l’intolleranza al lattosio, l’intolleranza al glutine e l’intolleranza al nichel, mentre le altre intolleranze devono essere considerate come un vero e proprio fenomeno di accumulo, di sovraccarico legato soprattutto ad un eccessivo e monotono consumo di un alimento al quale l’organismo risulta sensibile.
Come prevenire le intolleranze alimentari
Le intolleranze alimentari non si possono prevenire.