L’Obesità infantile è un problema sociale.

Il fenomeno  colpisce in Italia circa  un bambino su quattro e rappresenta  il risultato di un bilancio energetico positivo protratto nel tempo.

La definizione di sovrappeso/obesità nel bambino è più complessa rispetto all’adulto.

Un adulto è definito obeso quando possiede un IMC superiore a 30. Nel bambino, il discorso è più complesso, perché il suo Indice di Massa Corporea risulta in continua evoluzione (ogni fase evolutiva dell’infanzia è dinamica, ci sono periodi in cui il bambino cresce di più ed altri in cui cresce meno), in questo caso ci aiutano le Tavole dei Centili, cioè le curve ottenute da studi epidemiologici che descrivono graficamente l’andamento dell’IMC nelle diverse età della vita nei due sessi.

Un bambino viene definito obeso quando il suo IMC, calcolato con la formula espressa per gli adulti è superiore o uguale al 95° percentile, se tale indice ricade tra il 90° e il 95° percentile viene definito in sovrappeso, mentre la crescita è nella norma se il peso si pone intorno al 50° percentile.

In attesa di trovare dei parametri di riferimento più adeguati, il BMI è stato proposto anche per i più piccoli.

Principali fattori di rischio

L’Obesità infantile ha una genesi multifattoriale. Rappresenta  il risultato di diverse cause che interagiscono tra loro:

√ eccessiva o cattiva alimentazione

√ ridotta attività fisica

√ fattori di tipo genetico/familiare

Alimentazione

Un eccessivo introito calorico determina nel bambino dapprima un sovrappeso e poi, nella maggior parte dei casi una obesità manifesta.

Una iperalimentazione nei primi due anni di vita causa sia  un aumento di volume delle cellule adipose (ipertrofia), sia un aumento del loro numero (iperplasia).

Da adulti si avrà una maggiore predisposizione all’obesità e difficoltà a scendere di peso e a mantenerlo nel tempo. È, quindi, di fondamentale importanza, intervenire durante l’età evolutiva perché ci dà la garanzia di risultati duraturi nel tempo.

Sedentarietà

Oltre all’alimentazione un altro fattore di rischio dell’obesità è la sedentarietà. I bambini, infatti, sono sempre accompagnati in macchina a scuola, in palestra, prendono l’ascensore anche per un solo piano, passano  molte ore  davanti al computer e alla televisione.

Per il bambino che cresce, l’esercizio fisico è importante  in quanto, oltre a farlo dimagrire, lo rende più attivo. È sufficiente praticare un’attività aerobica leggera, come una pedalata in bici o una passeggiata. 

Familiarità

L’obesità, sotto certi aspetti, può considerarsi un problema di natura ereditaria e, sotto altri, una conseguenza di fattori ambientali. Circa il 25% dei bambini in sovrappeso ha un genitore obeso, mentre la percentuale sale  quando sono obesi entrambi i genitori.  L’esempio della famiglia è fondamentale: non si può parlare di educazione alimentare se i genitori non iniziano per primi a seguire una dieta equilibrata.

Un bambino obeso va incontro a complicanze precoci e a complicanze tardive.

 Le  complicanze precoci più frequenti sono: problemi di tipo respiratorio  (affaticabilità, apnea notturna); di tipo articolare (varismo/valgismo degli arti inferiori, dolori articolari, piedi piatti);

disturbi dell’apparato digerente; disturbi di carattere psicologico: i bambini in sovrappeso possono sentirsi a disagio e vergognarsi, fino ad arrivare ad un vero rifiuto del proprio aspetto fisico;

disturbi della crescita: i bambini con eccesso di peso tendono ad avere una crescita ossea anticipata e un anticipo puberale: le femminucce presentano in età più precoce l’inizio del ciclo mestruale e i maschietti sviluppano anticipatamente i caratteri sessuali secondari.

 Per quanto riguarda le complicanze tardive, l’obesità infantile rappresenta un fattore predittivo di obesità nell’età adulta.

Chi è stato in sovrappeso da piccolo è maggiormente esposto a determinate patologie, soprattutto di natura cardiocircolatoria (ipertensione arteriosa, coronaropatie), muscolo-scheletrica (insorgenza precoce di artrosi dovuta all’aumento delle sollecitazioni statico-dinamiche sulle articolazioni della colonna vertebrale e degli arti inferiori), conseguenze di tipo metabolico (diabete mellito, ipercolesterolemia).

Da non sottovalutare le conseguenze di tipo psicologico che possono trascinarsi ed amplificarsi negli anni. Il disturbo può arrivare a stravolgere la vita del soggetto e i suoi rapporti sociali: si comincia col rifiutare gli inviti degli amici fino a chiudersi in se stessi.

Prevenzione

Se il bambino aumenta di peso, è necessario  intervenire precocemente  senza aspettare che ingrassi troppo.

I genitori  sensibilizzati al problema possono seguire dei consigli molto semplici.

Abituare il bambino a tre pasti regolari: una colazione non abbondante ma sostanziosa, un pranzo e una cena, intervallati da uno spuntino a metà mattina e una merenda il pomeriggio. Questo lo abituerà a non mangiare fuori orario.

Non premiare il bambino con troppi spuntini, specialmente se ricchi di zuccheri  come merendine, gelati, bevande gassate, succhi di frutta. Non insistere quando il bambino è sazio o non ha molta fame.

Limitare l’introito proteico, alternando il consumo di carne, uova e formaggi, pesce, alimenti che non vanno mai somministrati insieme.

Abituare il bambino ai giochi all’aperto e all’attività fisica. Rispettare i ritmi sonno/veglia per  evitare l’instaurarsi di abitudini scorrette (sindrome dell’alimentazione notturna).

Se il bambino è già in sovrappeso è utile seguire alcuni consigli:

Innanzitutto svuotare cucina e frigorifero dai cibi spazzatura (patatine, merendine, cioccolata, succhi di frutta) e sostituirli con gli alimenti giusti (acqua, tè, frutta, fette biscottate, yogurt).

Evitare che il bambino mangi troppo in fretta e preferire i cibi fatti in casa ai prodotti pre-confezionati.

Abituare il piccolo ad assumere quotidianamente una quantità discreta di verdure cotte o crude e moderare le quantità.

Non associare il cibo all’idea di qualcosa di “speciale”, né usarlo come premio.

Ridurre il tempo dedicato alla televisione o al computer a favore di attività all’aria aperta. Spronare il bambino a camminare e a fare le scale, piuttosto che prendere l’ascensore.

Favorire una regolare attività sportiva cercando di assecondare le preferenze del bambino (una  passeggiata in bicicletta, una partita di calcio, il nuoto in piscina, la ginnastica in palestra).

Sottoporre regolarmente il bambino a visite pediatriche di controllo.

Gestione del peso nell’età evolutiva.

La terapia dell’Obesità infantile proposta presso il mio Studio Medico coinvolge direttamente la famiglia

Solo il coinvolgimento attivo della famiglia, infatti, ci permette di ottenere dei risultati senza intervenire direttamente sui bambini. Il bambino va educato verso una scelta alimentare consapevole e una maggiore attività motoria.

Prima Visita

La Prima Visita prevede:

√ Valutazione del Metabolismo Basale e  della Composizione corporea tramite l’Impedenziometria e la Plicometria.

√ Elaborazione delle Curve di crescita per monitorare nel tempo l’andamento del rapporto peso altezza.

√ Accurata indagine alimentare individuale e familiare.

√ Analisi dell’attività fisica.

√ Valutazione diagnostica

√ Consegna del programma nutrizionale e motorio.

Sono previsti degli incontri periodici per  valutare, educare e seguire il bambino e la famiglia nel percorso educazionale comportamentale.