Sono nata una mattina di Dicembre a Palma di Montechiaro “il Paese del Gattopardo”.

Il mio segno zodiacale è il Sagittario ma il mio segno caratteristico è la gioia di vivere che non mi abbandona mai e la capacità di mettermi sempre in discussione.

Per motivi di lavoro e di famiglia da più di vent’anni vivo ad Agrigento.

Quest’inverno, precisamente a Febbraio, ho iniziato ad accusare una stanchezza diversa da quella che noi donne lavoratrici e mamme accusiamo durante il giorno.

In quel periodo dormivo poco perché ero concentrata ad ultimare un progetto di lavoro “Il Percorso del Benessere” a cui, da qualche tempo, avevo riservato tutte le mie energie.

Ero davvero stanca e piena di dolori in ogni parte del mio corpo e per stare tranquilla, ho deciso di fare dei controlli.

Dopo aver fatto il prelievo del sangue sono stata contattata dalla dottoressa del laboratorio di analisi la quale stravolta mi disse che avevo un numero altissimo di globuli bianchi ed essendo un medico ho capito subito di cosa si trattasse.
L’indomani ero già ricoverata nel reparto di Ematologia dell’Ospedale Cervello di Palermo dove mi confermarono la diagnosi che io temevo: Leucemia Mieloide Acuta.

I colleghi mi hanno spiegato tutto sulla mia malattia, mi hanno parlato delle cure e dei rischi a cui andavo incontro ma nello stesso tempo cercavano di tranquillizzarmi.

Ho affrontato la notizia nel modo più sereno possibile, concentrandomi sulla mia guarigione e non sulla malattia.
L’unica mia preoccupazione era per la mia famiglia, soprattutto per mio figlio.

Ho iniziato subito il percorso di ricoveri e cure. Il programma era quello di sottopormi al trapianto del midollo per una cura definitiva che mi permettesse una migliore aspettativa di vita.

Da quel momento i miei fratelli hanno iniziato a tipizzarsi per la ricerca di un donatore compatibile ed io invece ho iniziato i cicli di chemioterapia.

Per fortuna uno dei miei fratelli è risultato compatibile cosicché dopo tre cicli di chemio, finalmente a Maggio, ho potuto sottopormi al trapianto di midollo.

Durante i tre mesi di ricovero, ho cercato di non farmi coinvolgere dal dolore e dalla paura di non potercela fare, ho cercato di essere sempre attiva, ho studiato e mi sono dedicata a programmare nuovi progetti di cui ti parlerò più avanti.

Durante il periodo in cui ero a casa, ho cercato di fare tutto quello che facevo normalmente e quando la stanchezza si faceva sentire mi fermavo per un riposino.

Dopo due cicli di chemio, il 18 di Maggio, sono entrata nella mia camera sterile per essere sottoposta all’ultimo ciclo e il 25 finalmente il trapianto.

Da quel momento ho iniziato ad aspettare che il nuovo midollo ripartisse.

Intanto, questa volta, i giorni non passavano mai.

Non passavano neanche i dolori, la nausea, la stanchezza, l’odore del cibo che mi provocava nausea, la solitudine e la noia.

Dopo qualche settimana la bella notizia “il nuovo midollo è ripartito”, tutto stava andando per il meglio e dopo qualche altra settimana il rientro a casa senza nessuna complicanza nonostante le bassissime difese immunitarie.

Il ritorno a casa è stato per me uno dei momenti più belli anche se delicati visto il problema del Coronavirus. Ho potuto riabbracciare mio figlio e condividere con lui la speranza della mia guarigione.

Devo però confidarti che, durante tutto questo periodo, ho conservato l’immagine di quella che ero prima della chemio e quando anche adesso mi guardo allo specchio mi rendo conto che non è proprio così: sono senza capelli, pallida con il viso tipico della malata di leucemia, sono fragile, smagrita e quando cammino mi tremano le gambe.

Con tutti gli amici, i parenti e le pazienti che mi hanno cercata ho fatto in modo di sdrammatizzare ma credimi se con la bocca ridevo con il cuore piangevo.

Per fortuna tutte le visite di controllo sono state positive e senza nessuna complicanza, il midollo ha ripreso la sua funzione.

Ho superato da poco i primi 100 giorni dal trapianto, sono stati giorni difficili sia dal punto di vista fisico che psichico.

Ma come ti ho detto prima, ho cercato di focalizzarmi sulla mia guarigione e non sulla malattia.

Sono partita da me con una importantissima riflessione:
“prendermi seriamente cura di me, coccolarmi come non avevo mai fatto prima, dedicarmi tutte quelle attenzioni che meritavo, insomma, ho ricominciato a riprendermi la mia vita”.

Guardandomi allo specchio, non ho visto più la donna senza capelli che si vergognava di farsi vedere bensì la donna, consapevole di essere senza capelli ma sempre bella, capace di affrontare gli ostacoli che la vita ci presenta durante il nostro cammino.

Ho deciso di seguire io stessa “Il Percorso del Benessere” che con tanto entusiasmo ho preparato per le mie pazienti in modo da migliorare il mio stile di vita, iniziare l’attività fisica per migliorare la tonicità dei miei muscoli, affinare l’arte di prendermi cura di me, tenere sempre alta la mia motivazione, i miei obiettivi e mantenere nel tempo i risultati che man mano raggiungo.

Sono più serena, continuo la mia terapia anti-rigetto, continuo con i controlli e intanto ho iniziato a lavorare su un progetto che da qualche anno conservo nel cassetto:

“Un percorso dedicato alle varie età della donna”.

Ma questa è un’altra storia e te ne parlerò più avanti.

Al tuo e al mio Benessere!

 

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